Simulare una seduta all’ONU

Il compito di realtà di geografia per le classi terze prevede la realizzazione di una simulazione di una seduta all’ONU con l’obiettivo di trovare possibili soluzioni ad alcuni problemi del continente africano. 

Dopo aver approfondito quali sono i compiti delle Nazioni Unite e che ruolo svolgono le varie commissioni principali gli alunni della terza G hanno individuato alcune problematiche del continente africano e hanno proposto alcune semplici soluzioni.

I problemi proposti individuati dai ragazzi sono stati nella maggior parte dei casi quelli analizzati dalla terza Commissione : Questioni sociali, culturali ed umanitarie  quali la salute, la povertà e la cultura ma non sono mancati quelli sulla pace e  la sicurezza.

Tra i tanti riportiamo qui di seguito quello dell’alunna Cosentino che  ha individuato tra quelli umanitari, la siccità in alcune zone dell’Africa in particolare nel Corno d’Africa proponendo a tal proposito varie possibili soluzioni.

 

PROBLEMI UMANITARI: SICCITA’ IN ALCUNE ZONE DELL’AFRICA

Il Corno d’Africa è sull’orlo del disastro umanitario.  Ad oggi infatti oltre 13 milioni di persone stanno lottando per la sopravvivenza a causa della più grave siccità degli ultimi 60 anni, che sta mettendo in ginocchio la regione orientale africana, tra Somalia, Kenya ed Etiopia. Una situazione che va aggravandosi ora per ora, nel  quasi totale silenzio dei media.

 Il tutto nel contesto, di un’economia regionale estremamente fragile, basata sulla produzione agricola e l’allevamento di bestiame, colpita dalla guerra e da un estrema scarsità di piogge negli ultimi mesi.
Disastrose le conseguenze, che stanno portando all’acuirsi di una delle peggiori crisi alimentari degli ultimi decenni: il raccolto non sarà possibile prima di 3 o 4 mesi e la situazione di crisi alimentare andrà avanti con livelli di denutrizione, soprattutto per i bambini,  già  al di sopra di quelli che vengono considerati i normali standard  di emergenza alimentare.

 Le colture base, come fagioli e mais, da cui dipende la sopravvivenza di milioni di persone, sono infatti messe fortemente a rischio, proiettate verso una contrazione della produttività  del 20 e del 50 per cento, mentre il bestiame sta morendo, colpendo gli allevatori della regione.

A fronte di questa situazione, la risposta dei governi Etiopi, Keniano e Somalo, risulta sinora purtroppo insufficiente a fermare la carestia in atto, mentre l’appello agli aiuti, lanciato dalla Nazioni Unite, risulta solo parzialmente finanziato.

Una situazione che rischia di sfuggire di mano, mentre il lavoro delle agenzie umanitarie è stato sino ad oggi ostacolato dal conflitto permanente che da anni affligge la Somalia, con il sud del Paese ancora nelle mani dei miliziani islamici di al-Shabab.

Nel  frattempo sono migliaia gli sfollati in cerca di rifugio.
Più di 1.300 persone al giorno, la maggior parte dei quali bambini, stanno arrivando nel campo profughi di Dadaab nel Kenya orientale, vicino al confine con la Somalia che conta oggi circa 400.000 mila  profughi a fronte dei 90.000 per cui era stato approntato.

POSSIBILI INIZIATIVE

 

Una delle possibili iniziative potrebbe essere utilizzare delle docce e dei rubinetti che per non sprecare acqua la rimette in circolazione una seconda volta dopo averla filtrata.

Poi si potrebbe usare il, già inventato, rainmaking con laser.

L’idea è sparare laser nell’atmosfera: questi impulsi hanno dimostrato di aiutare il ghiaccio a sublimare e il vapore a condensarsi. L’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha recentemente discusso il futuro utilizzo di questa nuova tecnologia. 

O infine, il monitoraggio delle perdite, perché nonostante tutta l’acqua sprecata all’interno della casa, aziende di servizi pubblici riconoscono che più di un terzo nemmeno arriva nelle case per colpa delle perdite nei tubi. Ad affrontare questo problema è Zonescan Alpha, un software che individua le perdite e inoltra i dati a un centro di controllo. Funziona incorporando sensori attraverso una rete.

RISOLUZIONE FINALE

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, riunita in data 12/01/2019 dopo aver ascoltato gli interventi delle diverse Commissioni, esprime inquietudine per la mancanza di fondamentali diritti civili nel continente africano.

Afferma che il Corno d’Africa è sull’orlo del disastro umanitario a causa della più grave siccità degli ultimi 60 anni, che sta mettendo in ginocchio la regione orientale africana, tra Somalia, Kenya ed Etiopia. 

Fa appello a tutti i governi e i popoli perché si intervenga con soluzioni efficienti e moderne in modo da migliorare rapidamente e in maniera decisiva l’assai preoccupante situazione del continente africano.

Chiede affinché vengano attuate soluzioni attuabili e convenienti come il rainmaking con laser o il moderno software in grado di controllare le perdite ovvero Zonescan Alpha.

RELAZIONE FINALE PERSONALE

Per il mio compito di realtà di Geografia ho deciso di scegliere, come argomento da trattare, la siccità di alcune zone dell’Africa, che quindi rientra nelle questioni sociali e umanitarie, appartenenti alla Terza Commissione dell’Assemblea Generale. Ho scelto questa problematica, perché volevo trattare una questione umanitaria importante e credo che questa sia tra le più gravi che colpisce tutt’ora l’Africa.

Ho iniziato il mio lavoro ricercando informazioni a riguardo e ne ho trovate parecchie, ma ovviamente ho dovuto selezionarle e unirle. Poi ho cercato delle informazioni su possibili rimedi alla siccità ed all’inutile spreco che viene fatto ogni giorno dell’acqua.

Infine ho realizzato una risoluzione di prova e solo in seguito, l’ho riformulata seguendo il modello che mi è stato proposto.

                                                         Esther Cosentino III G

Prof.ssa Maria Giovanna Musmeci

Plesso: